ALBA. UNA STORIA PER ACCOMPAGNARE ATTRAVERSAMENTI



di Luisa Fontanari, coordinatrice del Circolo di Riva del Garda

È ancora buio e dalla finestra di una casa si intravede il viso di un bambino che guarda fuori. Si sta preparando per uscire e andare incontro al nuovo giorno che nasce. Glielo ha proposto il suo papà, che con cura gli fa trovare i vestiti tiepidi da indossare. La città è immersa nella notte, un papà e un bambino si mettono in cammino.

Nello svolgersi della narrazione di quel tempo che precede l'alba, sono i pensieri del bambino a raccontare cosa succede, sottolineati dalle illustrazioni intense di un paesaggio naturale giocato sul contrasto cromatico delle tinte scure che colorano la prima parte del testo lasciando poi il posto al chiarore della luce del sole che pian piano appare.
Come in Io parlo come un fiume i protagonisti sono un bambino con il suo papà e in entrambe le storie è al bambino che viene affidato il racconto di ciò che succede, delle emozioni che accompagnano il suo cammino, mentre la figura del padre rimane sullo sfondo.

Si tratta però di una presenza di cui si intuisce la forza e il significato, anche se si vede poco.  Il papà precede il figlio nel viaggio attraverso il bosco e il bambino sa che è davanti a lui e non ha paura, ne sente i passi e li segue. Tutto intorno la vita del bosco, con i suoi personaggi, i suoni, lungo un sentiero che non è sempre comodo, ma accidentato e che fa inciampare.

Possiamo immaginare qui il percorso di crescita del bambino, accompagnato e guidato dai suoi genitori, che non hanno paura di far attraversare al figlio le difficoltà e gli inciampi del cammino, consapevoli di essere lì accanto a lui per aiutarlo nell'affrontare i momenti bui, nella certezza del chiarore della luce che consentirà ai colori di rendersi visibili e il riconoscimento di ciò che vive intorno a lui.
Ma c'è anche l'incontro di meraviglia con la natura, la scoperta dei suoni e del silenzio, degli odori, dei colori, delle cose vicine e di quelle più lontane, dell'importanza di sostare, anche soli.



 


F.P.S.M.

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