APPUNTI PER LA RIPARTENZA - Una ricca storia di comunità: costruire narrazioni collettive di pagina in pagina!



Con questa seconda news di "Appunti per la ripartenza", proseguiamo il nostro “viaggio virtuale” tra gli elementi significativi che hanno caratterizzato e continuano a caratterizzare le proposte delle scuole. Aspetti che costituiscono un elemento qualificante di crescita professionale e che non dobbiamo disperdere, ma  continuare a mantenere al centro dell’attenzione progettuale.

Il contributo condiviso oggi, realizzato da Ilaria Mancini - coordinatrice del Circolo di Cles 1 - e da Grazia Cologna, Piera Cologna, Mara Ossanna - insegnanti della scuola dell’infanzia di Smarano - documenta un percorso realizzato dalla scuola equiparata dell'infanzia di Smarano nel corso di questi mesi, percorso che ha offerto occasioni di partecipazione comunitaria attorno alla costruzione di narrazioni insieme.


 

L’improvvisa chiusura della scuola, l’introduzione di un nuovo scenario, e le insegnanti pronte a immaginare nuove sceneggiature per continuare a costruire la loro storia di scuola, con attori consueti (i bambini e il personale della scuola) ma anche con nuovi comprimari, le famiglie.
E così, le insegnanti della scuola di Smarano, seguendo il filo rosso del loro processo di apprendimento ossia il “costruire narrazioni insieme”, hanno progettato esperienze attraverso cui – insieme a bambini e famiglie – continuare la tessitura di una storia, attraverso interazioni mediate da un canale virtuale (la comunicazione a distanza) grazie al quale la comunità ha preso corpo: come ci insegna Levy (1995), la comunità virtuale non è una comunità che non esiste o che non ha corpo, è piuttosto una comunità che prende corpo con l’effettiva interazione (Mancini, 2020).

Nasce così la proposta: costruire insieme – nel piccolo gruppo famigliare – un libro, che sarà poi parte di una sezione speciale della biblioteca di scuola. Da qui, di pagina in pagina, si srotola un filo polifonico che attraversa dimensioni multiple del narrare per costruire una trama variamente interpretata di casa in casa, ma intrecciata a partire da una stessa sollecitazione.
Si parte dalla cartolina del proprio paese, per passare poi alla carta d’identità della famiglia, al ritratto della propria casa dall’esterno e di seguito alla mappa degli interni della casa; segue la narrazione di una festa di famiglia, e poi l’ideazione di una prosecuzione narrativa a partire da una storia inviata dalle insegnanti; e ancora la narrazione di una semina collettiva, di un messaggio virtuale per un destinatario scelto insieme… e avanti così, fino al rilancio sul futuro con una pagina in cui narrare un’immaginazione o un desiderio per il ritorno a scuola.


I piccoli gruppi famigliari esprimono interpretazioni d’autore! Intrecci narrativi molteplici, che attraversano questa esperienza in tutta la sua longitudinalità. A cominciare dalla consegna della proposta, in cui scorgiamo tessiture temporali tra il passato (l’aggancio con quello che si stava facendo a scuola), il presente (le proposte attuali in famiglia) e la proiezione sul futuro (come si immagina il ritorno a scuola).

Ecco quanto esplicitato nelle note riflessive scritte dalle insegnanti in accompagnamento al progetto: «Per la progettazione del LIBRO “LA NOSTRA CASA IL NOSTRO CASTELLO” abbiamo pensato alla nostra progettazione annuale: COSTRUIRE NARRAZIONI INSIEME. La nascita dell’idea, di progetto, di un LIBRO è proprio partita da questo; mentre il tema del CASTELLO è un ricongiungimento a un’esperienza già vissuta in sezione a scuola (visto che è stato un po’ il filo conduttore/pretesto delle programmazioni fatte fino ad ora). Abbiamo creato questo progetto con l’augurio che ci permetta di mantenere un contatto tra famiglie e scuola; dove i bambini si sentano, anche se lontani, partecipanti attivi ad un progetto unico per tutti che si concluderà con la costruzione, in sezione, di una BIBLIOTECA SPECIALE per i loro libri».

Ma non solo: nelle consegne si collegano diversi codici espressivi, in una scrittura multimediale che rende più potente il messaggio ed espande gli accessi partecipativi: dalla scrittura all’immagine, dalle cromie al formato grafico, che veicola una sollecitazione narrativa nuova ad ogni pagina, mantenendo però stabili alcuni aspetti formali che rendono la comunicazione riconoscibile e “userfriendly”, come spesso si usa dire delle nuove tecnologie.

E, inoltre, si muovono insieme prospettive di senso plurali: si esprime infatti il significato della proposta e, al contempo, si declinano dimensioni teorico-metodologiche che possano orientare i genitori (nella loro essenziale funzione di  modulazione in rapporto ai bambini) e renderli compartecipi della costruzione della cultura educativa promossa dalla scuola (dalla cifra del lavoro in piccolo gruppo, alla dimensione collaborativa dell’esperienza, alla discussione come luogo di co-costruzione di ragionamenti collettivi). Scrivono ancora le insegnanti nelle note riflessive: «Il progetto sarà inviato a puntate e svolto a casa collaborando in famiglia come in piccolo gruppo a scuola, nella progettazione abbiamo cercato di tener conto degli indicatori (anche se, durante il “lavoro”, non saremmo noi insegnanti direttamente ad osservare i bambini attraverso questi ultimi). Per ogni puntata il piccolo gruppo (formato dai componenti della famiglia) dopo aver discusso, formulato ipotesi, fatto domande e dopo aver condiviso le idee e deciso assieme il loro progetto, sviluppa le pagine del loro libro che poi porteranno a scuola».

Un ulteriore livello di intreccio è poi quello tra tecnologie di vecchia e nuova generazione, ossia tra materialità e virtualità: le famiglie si cimentano con la costruzione di un artefatto (il libro) che diviene incarnazione dell’idealità da cui deriva, ossia che si fa concretezza a partire da un pensiero progettuale consegnato dalle insegnanti e interpretato in ogni casa in modo situato e originale. Libro che sarà segno materico di questo tempo al ritorno a scuola, ma che è già traccia digitale nei materiali (fotografici e non solo) che vengono inviati alla scuola.

Questa complessa trama di pensieri, e costruzioni che li riflettono, narra anche di un collegarsi di luoghi fisici (le case) e spazi di vita, in cui tutti si ritrovano ad abitare una comunità espansa, contribuendo alla costruzione di una storia nuova che si (oltre)passa i confini materiali, domestici e territoriali.

Crediamo che la videonarrazione creata dalla scuola come dono per bambini e famiglie, co-autori irrinunciabili, attraverso cui si restituisce – in un intreccio di sintesi – la storia di questa storia, sia un’espressione simbolicamente potente della ricchezza e della complessità sopra descritte.










 

Una produzione video che è narrazione polifonica (Bachtin, 1988), nel suo rendere “sentibili” tutte le voci che vivono e animano la comunità di scuola (bambini, insegnanti, cuoca, operatrice, coordinatrice, Presidente), attraverso i messaggi che ciascuno ha costruito nel suo piccolo gruppo famigliare. Una narrazione che è di sicuro la storia di un’esperienza, ma ancor più fortemente è la storia di una comunità, di persone che insieme se ne fanno artefici, giorno per giorno…anche in giorni così fuori dall’ordinario come quelli che stiamo vivendo, ma forse ancor più tempi di legami straordinariamente potenti!

 

Riferimenti bibliografici

  • Bachtin, M. (1988), L’autore e l’eroe. Teoria letteraria e scienze umane, Torino, Einaudi.
  • Levy, P. (1994) L’Intelligence Collective: Pour une Anthropologie du Cyberspace, Paris, Éditions La Découverte (trad. it. L’intelligenza collettiva. Milano, Feltrinelli, 1995).
  • Mancini I., Oltre i confini fisici: le tecnologie come frontiera della progettazione didattica?, News del 16-04-2020, www.fpsm.tn.it.

     

F.P.S.M.

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