# ESPERIENZE IN FAMIGLIA – Con Matteo Boato punti di vista multipli per disegnare una pianta



di Silvia Cavalloro


La scelta di dove ci mettiamo per osservare, quale spazio occupiamo e quale posizione assumiamo, è fondamentale quando vogliamo rappresentare qualcosa, metterla "in narrazione". In questa terza proposta di laboratorio grafico-pittorico in famiglia [qui potete vedere la prima e qui la seconda] l’artista Matteo Boato ci guida a realizzare una composizione pittorica multipla su una pianta a partire da questa sollecitazione.

Quali forme assumono le sue foglie, i suoi rami, la dimensione del vaso che la accoglie se, mentre disegniamo, siamo sdraiati o in piedi, contro luce, molto vicini o lontani dall’oggetto che stiamo osservando? Raccontare in modo pittorico la pianta a partire da punti di vista differenti è la proposta che ci invita a scegliere anche tra uno sguardo di insieme o il lasciarsi catturare da un dettaglio.

Cambiare punto di vista è una condizione irrinunciabile se vogliamo capire qualcosa di più, o semplicemente di diverso, su noi, sugli altri e sui significati che attribuiamo alle esperienze. Come ci ricorda Marianella Sclavi nel suo testo “Arte di ascoltare e mondi possibili” (ed. Le Vespe, 2000) «Quel che vedi dipende dal tuo punto di vista. Per riuscire a vedere il tuo punto di vista, devi cambiare punto di vista».

Anche la realizzazione di un disegno dal vero, a partire da sguardi diversi, può essere una proposta interessante in questa direzione. Partire da un racconto in bianco e nero per poi sceglierne i colori – scambiandosi i disegni e intrecciando così forme e luce – diventa un’occasione per sperimentare non solo il modificarsi del nostro sguardo ma anche la nostra disponibilità a “fare spazio”, nella nostra esperienza allo sguardo dell’altro.

Matteo Boato da anni conduce percorsi formativi sul fare arte nelle scuole dell’infanzia associate alla Federazione Provinciale Scuole Materne. Qui potete leggere un’intervista pubblicata nel numero 9 della nostra rivista “AltriSpazi: abitare l’educazione” dove l’artista condivide riflessioni per aprire una nuova ricerca espressiva, accompagnando i bambini, e lasciandosi accompagnare da loro, nella sperimentazione di soluzioni grafiche alternative per nutrire una capacità sia critica sia comunicativa maggiormente vivace e sollecitante.

 




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