LA CONTINUITÀ EDUCATIVA COME PROCESSO DI SOCIALIZZAZIONE CULTURALE



a cura del "Gruppo di lavoro sulla continuità educativa"


Il tema della continuità è sempre stato al centro del pensiero progettuale della Federazione. Un impegno che ha visto la nostra istituzione partecipare in chiave attiva e propositiva a percorsi di ricerca, tavoli progettuali, contesti formativi, iniziative educativo-didattiche nell’ottica di condividere la nostra idea di bambino, di apprendimento, di scuola.

Promuovere e costruire continuità vuol dire prendersi cura del dialogo tra il prima e il dopo, tra le relazioni già intrecciate e quelle da aprire a nuove dimensioni, tra la scuola, la famiglia e il tessuto socio-culturale. Dialogo quindi tra i diversi contesti ricchi delle tante esperienze che i bambini hanno la possibilità di vivere e dialogo anche tra le diverse istituzioni e associazioni che di loro si occupano. Ma la continuità richiama anche un forte radicamento nel presente, nel saper cogliere – nella concretezza delle situazioni specifiche – tratti promettenti legati alla biografia di ciascuno, alle caratteristiche dei territori, alla progettualità della scuola, alla storia, sempre originale, dei gruppi di appartenenza tra bambini che la scuola intenzionalmente promuove. Quei tratti che nell’oggi, chiedono di essere ascoltati, discussi, valorizzati a partire da subito, per farsi da subito, e lungo tutti i tre anni, progetto intenzionale della scuola.

Proprio per continuare ad approfondire il tema della continuità, sistematizzando e diffondendo le pratiche presenti e rilanciandone di nuove, nel corso di questo anno scolastico, a partire da settembre 2018 in Federazione è stato costituito il “Gruppo di lavoro sulla continuità”, composto dai tre componenti del Settore Ricerca, Formazione e Servizi pedagogici – Pasquale Arcudi, Silvia Cavalloro, Camilla Monaco – e dai coordinatori Gianna Angeli (Sarche), Sandra Ciappi (Trento 2), Tiziana Ceol (Predazzo), Sara De Zolt (Val di Cembra), Ivana Leonardelli (Trento 3), Luisa Fontanari (Riva del Garda), Elena Ricci (Mezzolombardo).

Il documento che presentiamo qui  è esito di una prima iniziale fase di lavoro che accanto a temi di orientamento generale legati alla continuità, vuole raccogliere e rilanciare in chiave propositiva e progettuale riflessioni e pratiche possibili alla luce della situazione particolarmente significativa che stiamo attraversando e che chiama tutte le istituzioni, e soprattutto la scuola, a ripensare tempi, luoghi, azioni e relazioni per curare questo passaggio. Progettazioni riattualizzate alla luce di sollecitazioni nate dall’emergenza che ci auguriamo però possano nutrire una riflessione profonda sul prima (cosa funzionava, cosa ci sta mancando, cosa rappresentava una difficoltà…) e sul dopo (come valorizzare ciò che abbiamo riscoperto oggi, su cosa vale la pena puntare, come connotare le scelte future…).

Per meglio comprendere i temi evidenziati e per prefigurarne il suo utilizzo situato, il documento va contestualizzatoall’interno di alcune chiavi di lettura che riteniamo importante condividere:

  • È un documento che vuole porre alcuni riferimenti di cornice sul tema della continuità, un documento di orientamento progettuale per le scuole. Documento che consideriamo però in divenire, quindi aperto – con spirito di ricerca e innovazione – a sviluppi nel ragionamento, a ulteriori nutrimenti teorici e metodologici, a nuove valorizzazioni di pratiche esemplificative. È un documento che, in una cornice di ampio respiro sulla continuità orientamento importante per qualunque progettualità, fa esplicito riferimento alla particolare situazione di sospensione dell’attività in presenza a scuola e intende offrire proposte che sappiano dialogare con questo attuale contesto.
  • È un documento esito del lavoro di un gruppo nel quale si esprimono professionalità diverse e legami concreti e situati con i differenti contesti di progettazione e azione educativa e di formazione. Gruppo che immaginiamo e desideriamo allargato ai contributi che tutti i coordinatori e le altre figure incontrate nei contesti operativi potranno arricchire.

     

 


F.P.S.M.

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