LE PICCOLE SEDIE CON DIRITTO ESCONO DALLA SCUOLA PER INCONTRARE LA COMUNITÀ DI NAGO-TORBOLE


di Luisa Fontanari
 

Dopo un intenso e ricco lavoro volto a promuovere il processo di apprendimento “costruire narrazioni insieme”, che ha coinvolto i bambini in diverse esperienze sollecitate dai temi portanti di ciascun diritto (vita, nome, famiglia, scuola, diversità, cibo, gioco, salute…), attraverso discussioni, ricerche, contatti con i diversi rappresentanti del territorio, decisioni, esplorazioni per capire quali fossero i luoghi e gli ambienti più adeguati per ospitare le sedie dei diritti, scritture e consegna di lettere per chiedere la disponibilità ad accoglierle, le sedie hanno ora varcato la soglia della scuola e si sono incamminate nel paese. Hanno trovato ospitalità nei luoghi pensati dai bambini in riferimento al tipo di diritto raffigurato in ciascuna sedia, diritto che viene presentato anche attraverso dei pannelli che danno voce ai pensieri dei bambini.

Individuato il luogo dove collocare ciascuna sedia per farle conoscere a tutti, è stato deciso di scrivere una lettera, come sanno scrivere i bambini, per chiedere la disponibilità ad accoglierla e a lasciarla esposta per un po’. C’è stato molto impegno e coinvolgimento da parte dei bambini nella preparazione delle diverse lettere, che sono poi state consegnate direttamente ai diversi interlocutori rispondendo alle loro domande e spiegando i singoli diritti legati alle sedie ospitate.
Ogni passaggio dell’esperienza nello svolgersi in modo concreto, sostenuto da una trama narrativa che ha consentito ai pensieri di emergere e arricchirsi, ha permesso ai bambini di vivere intensamente le varie attività e di divenire via via più consapevoli dei significati che ognuno dei diritti affrontati ha nella loro vita di ogni giorno, andando a toccare in alcuni passaggi corde anche molto profonde.

Il progetto, le cui fasi di lavoro sono documentate nel power point allegato (scritto a più mani eche costituisce una sorta di canovaccio in costruzione progressiva), ha assunto via via una forma sempre più pubblica e visibile, cercando di rendere partecipi molti soggetti esterni, oltre naturalmente alle famiglie dei bambini, chiedendo proprio che si facciano promotori nel dare visibilità ai diritti dell’infanzia e nel sollecitare pensieri e riflessioni. Da qui l’idea di un incontro di rete in Meet con coloro che avrebbero accolto le sedie nei propri ambiti per illustrare l’iniziativa, ma anche per avere un riscontro, per capire se questo tema poteva essere sentito e considerato. All’incontro, coordinato dalla scuola dell’infanzia, hanno partecipato la vice sindaco del Comune di Nago-Torbole, la bibliotecaria di Nago, il parroco, il Dirigente scolastico, Silvia Cavalloro (da anni impegnata in eventi e gruppi di lavoro riguardanti i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza) e il confronto che ne è nato ha fatto emergere quanto sia importante potersi incontrare e mettere insieme i diversi sguardi e osservatori per costruire una consapevolezza nuova insieme e per aprire gli orizzonti attraverso un lavoro di reciprocità.

Con i genitori si è voluto ripercorrere il cammino fatto con i bambini e le insegnanti andando insieme il 26 maggio (un gruppo al mattino e un gruppo nel pomeriggio) a vedere le dimore di alcune sedie, come in una sorta di mostra temporanea, guidati dai bambini che con le loro parole hanno raccontato alcuni degli aspetti discussi insieme legati ai singoli diritti.

Accogliere una “sedia con diritto” significa assumersi un impegno, l’impegno a promuovere la cultura dei diritti dell’infanzia, a raccogliere testimonianze, ad aiutarci tutti a essere più attenti nei confronti dei bambini, perché se alcuni di questi diritti fondamentali nel nostro contesto vengono garantiti, per altri il percorso non è sempre così scontato. Penso ad esempio al diritto a essere ascoltati, che vuol dire come adulti accorgersi di quello che un bambino porta, di ciò che esprime con il suo comportamento, non solo con le parole, di quanto a volte i bambini subiscano le decisioni degli adulti senza esserne coinvolti, pensando che i bambini non capiscano… Sappiamo invece che i bambini osservano ciò che succede intorno a loro, si fanno domande, cercano risposte, chiedono rassicurazioni, chiedono di essere accolti e ascoltati, considerati interlocutori autentici, persone in grado di capire.
 

Centinaia di cartoline hanno accompagnato le sedie e sono state distribuite nel paese, affinché possano generare un pensiero, un impegno, per ritornare alla scuola dell’infanzia portando altra linfa, nuovi spunti su cui investire, nuove consapevolezze da restituire alla comunità per continuare a tessere legami e intrecci.

 


F.P.S.M.

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