"Scuola dell'infanzia, intercultura e comunità: come le sfide inclusive sviluppano le risorse sociali di un territorio"

Oltre il racconto di un progetto per sollecitare maggiormente la dimensione del riflettere e dell'immaginare. È questo l'approccio dato al Seminario formativo sulle tematiche legate all'intercultura che insieme a interventi di approfondimento ha privilegiato il coinvolgimento attivo dei partecipanti, dando ampio spazio a lavori di riflessione degli insegnanti organizzati in piccoli gruppi di discussione. È così che materiali concreti – fotografie, inviti a iniziative della scuola, riflessioni dei genitori, video – realizzati con le scuole di Condino, Fondo e Ghiaie di Gardolo sono diventati non solo oggetto di scambio e confronto ma soprattutto di ragionamenti e proposte orientate al futuro. Perché le storie e le traiettorie operative individuate nella ricerca possano essere assunte e reinterpretate calandole nella propria realtà.

L'impegno sulle tematiche dell'interculturalità caratterizza da lungo tempo la formazione e la progettazione delle scuole associate alla Federazione che, come ha ricordato il direttore scientifico della  Federazione Lucia Stoppini, in questi ultimi anni si è cercato di rendere molto concreto e operativo, con una forte attenzione alla attualizzazione non solo del concetto di intercultura, ma anche della sua traduzione educativo-didattica. 

La ricerca "Scuola dell'infanzia, intercultura e comunità: come le sfide inclusive sviluppano le risorse sociali di un territorio" è stata dunque un'ulteriore occasione per costruire strategie di cittadinanza attiva e strumenti di comunicazione tra scuola e famiglia. Tre coordinate – ha evidenziato Ilaria Mancini, responsabile della ricerca – quelle della scuola dell'infanzia, dell'intercultura e della comunità, che devono dialogare per farsi intreccio aperto. Perché l'integrazione, ha sottolineato ancora la ricercatrice, è un processo complesso e in continua rigenerazione e la scuola è luogo di frontiera, non luogo di confini o confinamenti. Luogo dove si muovono degli orizzonti da costruire insieme, contesto che attiva la comunità e che consente alle famiglie di incontrarsi, di dirsi, di riconoscersi.

E di attenzione al tessere i contesti comunitari ha parlato Giuseppe Scaratti, consulente scientifico della Federazione, che ha portato l'attenzione alla sfida inclusiva e all'implicazione della dimensione politica del fare scuola nel concreto. Questo va a sfidare la professionalità degli insegnanti chiamandoli a immergersi nel cum-plexum, fatto di intrecci, storie, flussi di vicende, discorsi, narrazioni: “Il bello – ha sollecitato Scaratti – è che abbiamo a che fare con interpretazioni differenti e divergenti e quindi con diversi significati. Siamo chiamati allora a tessere per costruire nuove interpretazioni collettive”.

Strumenti per riflettere sulla metodologia della ricerca scelta per questo progetto sono stati infine offerti da Cristina Zucchermaglio, consulente scientifico della Federazione, che ha evidenziato l'importanza di una ricerca molto calata nello specifico delle scuole, nella quale il ruolo del ricercatore è un ruolo costruttivo e interpretativo. Lo sguardo del ricercatore dà un taglio alla ricerca ed è esso stesso oggetto di negoziazione interculturale.

 

Silvia Cavalloro


F.P.S.M.

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