A NAGO UN NASTRO UNISCE TUTTO IL PAESE
di Luisa Fontanari
L’arte non riproduce
ciò che è visibile,
ma rende visibile
ciò che non sempre lo è
Paul Klee
Avvicinare i bambini all’arte fa parte ormai della progettualità di molte scuole dell’infanzia, che propongono esperienze legate alla conoscenza di quadri e sculture di famosi artisti provando a esplorarne la tecnica e lo stile attraverso attività diversificate, per arricchire le conoscenze e le competenze espressive dei bambini a sostegno dei loro processi di apprendimento.
Le insegnanti della scuola dell’infanzia di Nago, che nel periodo di Natale avevano lavorato su quadri della Natività (si veda la News del 24 gennaio 2021), hanno voluto provare a percorrere una strada per loro inedita, che fa riferimento a qualcosa dai contorni meno definiti e dal grande valore simbolico.

Sono rimaste colpite dall’opera di Maria Lai “Legarsi alla montagna” del 1981, che trae origine da un’antica leggenda di Ulassai, un piccolo paese della Sardegna nel cuore dell’Ogliastra. “Legarsi alla montagna” ha rappresentato un’operazione corale a cui parteciparono moltissime persone, che 17 anni dopo il critico d’arte Nicolas Bourriaud definì “arte relazionale”.
Le case del paese sono state legate tra loro e alla montagna da un nastro azzurro. Come scrive Michela Murgia “Il significato dell’Arte Relazionale non è quindi nella forma o nella materia, ma nel processo che genera tra le persone, durante il quale perde d’importanza l’opera finale e assume centralità l’incontro, la scoperta dell’altro, il legame che ne deriva”.
La scuola ha tratto ispirazione da quest’opera per cercare di rendere visibili i fili nascosti che tengono insieme adulti e bambini di una intera comunità, segni concreti di vicinanza e speranza in un tempo difficile come quello che stiamo attraversando (il percorso è raccontato nel power point allegato).


Ai bambini è stata proposta la leggenda di Ulassai come spunto per ragionare insieme su come rendere visibile la relazione tra i bambini di tutte le scuole del Comune, tra tutte le famiglie e i luoghi principali del paese. Il nastro è diventato il simbolo di questo legame, che a Nago si è tinto di rosso e bianco due dei colori presenti nello stemma comunale scelti dai bambini.
Ogni bambino ha portato a casa un pezzo di nastro e le famiglie lo hanno appeso al balcone, alla finestra o alla porta sotto forma di fiocco o legandosi e agganciandosi alla casa del vicino di appartamento.
Il nastro ha anche attraversato tutti gli edifici del polo scolastico di Nago (scuola dell’infanzia, nido e scuola primaria) legandoli tra di loro, raggiungendo anche la scuola dell’infanzia di Torbole, per rendere visibile la continuità nel percorso di crescita dei bambini.
Tre espositori collocati in ciascuno dei parchi gioco del Comune raccontano questa iniziativa, presente anche sul sito comunale (https://www.comune.nago-torbole.tn.it/Comune/Il-Comune-informa/Avvisi-e-news).