ALLE CANOSSIANE UN MURALES PER TESTIMONIARE ACCOGLIENZA E PARTECIPAZIONE



di Silvia Cavalloro

“Nessuno si senta escluso dal nostro benvenuto”. È con queste parole, vitali e inclusive, che Madre Daniela Rizzardi, Superiora dell’Istituto Canossiane, ha aperto l’inaugurazione del grande murales dedicato a Santa Giuseppina Bakhita, realizzato sull’edificio che si affaccia sul cortile interno dell’istituto e che accoglie tre donne nigeriane con i loro bambini. Una luce di colori e un messaggio di riconoscimento, di accoglienza, di pace che racconta con intensità il progetto #AbbiamoLaStoffaGiusta!

Nato dalla collaborazione con il Centro Astalli di Trento, ha visto il coinvolgimento del Centro di Formazione Professionale CentroModa Canossa e della scuola equiparata dell’infanzia Canossiane.Un progetto, come ha ricordato l’assessore Elisabetta Bozzarelli, segno di “una comunità educativa che esce dalle proprie porte, va nel giardino, nel nostro Giardino incantato, esce a fare ricerca osservativa in città e contamina. Io credo che questo sia il bello e la potenza dell’educazione che non si ferma tra le mura di una scuola, ma ha la capacità di creare cultura, di creare appartenenza e così creare comunità”.
Un bel momento che ha permesso di riflettere sui temi della migrazione, della creatività, della forza e del coraggio delle donne di tutto il mondo. Per far sinergia tutti insieme, per far crescere la sensibilità nei confronti dei problemi dei rifugiati, per costruire comunità accoglienti.

Lo studio dei disegni tipici dei tessuti africani è stato lo spunto per conoscere il fenomeno delle migrazioni, come hanno ricordato le due artiste Silvia Gadda e Lorena Martinello, che hanno accompagnato i bambini della scuola dell’infanzia “Canossiane” e le studentesse del “CentroModa Canossa” nella realizzazione del murales.
Bambini e ragazze hanno scoperto come i simboli dipinti sulle stoffe africane siano non solo un elemento decorativo ma anche un elemento culturale, legato a valori espressi da proverbi. Ogni ragazza ha potuto così indagare il significato profondo di ciascun simbolo, sceglierne uno, ridisegnarlo e poi riportarlo sul murales. Anche i bambini hanno lavorato, discutendo in grupp, su quanto conosciuto scegliendo un valore per ciascuna sezione: collaborazione, aiuto e stare insieme, amore che va in tutto il mondo.

“Il murales si compone di molti elementi – ha ricordato ancora Lorena Martinello – che dialogando insieme comunicano il significato che il progetto Casa Bakhita vuole promuovere. Il mare rappresenta la forza e le nuvole la gentilezza, due aspetti complementari delle donne, mentre sopra ci sono dei rami che formano intrecci: sono tutto quello che la vita ci propone, quello che ci succede negli incontri. Il colore dei rami è l’indaco, una tintura naturale utilizzata in tutto il mondo nell’artigianato delle donne, usata soprattutto per tingere le stoffe. Altro elemento significativo è lo sfondo arancione, un colore molto vitale, all’interno del quale le ragazze hanno dipinto dei soli e altri simboli che rappresentano i nostri desideri, tutto ciò che noi vogliamo costruire. Desideri che si legano a un grande fuoco fatto di mani, un fuoco che arde e che scalda, che rappresenta la creatività e che trae spunto dalla frase di Maddalena di Canossa: ‘Chi non arde non incendia’. Infine c’è il sentiero della libertà di espressione, dei diritti umani, dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, in particolare del settore del tessile. Tutto è legato dal filo rosso che tiene insieme tutte le donne che abitano questo cortile: le donne che insegnano, le donne che creano, le donne che curano la propria spiritualità, le donne impegnate nell’educazione dei bambini, le donne resilienti che sono qui accolte per costruirsi un presente diverso. Donne collegate fra loro idealmente a tutte le donne del mondo con la forza e con la gentilezza e con il coraggio di fare passi di libertà”.

Il progetto ha coinvolto per tutto l’anno la scuola dell’infanzia impegnata nel promuovere il processo di apprendimento “fare insieme ricerca osservativa”. I bambini hanno esplorato spazi e ambienti della realtà circostante, concentrando la propria attenzione su presenza, significato e utilizzo di simboli legati alla nostra cultura e su quelli della cultura africana, in particolare utilizzati nella lavorazione e decorazione delle stoffe. Questo lavoro di ricerca ha portato alla co-progettazione di simboli nuovi che esprimessero il valore della collaborazione, del fare insieme e dell’amicizia, simboli che poi hanno trovato spazio nel murales di Santa Bakhita che i ragazzi del Centro Moda Canossa hanno realizzato.

“Un lavoro in cui si vede giorno dopo giorno la capacità educativa della scuola di costruire comunità – ha detto l’assessore Elisabetta Bozzarelli – parendo da quelli che sono i talenti, le caratteristiche, le vocazioni di ciascun bambino e ragazzo. Capacità degli insegnanti di informare la proposta educativo-didattica alle sfide del nostro tempo, di aprirsi all’accoglienza e di far sì che l’accoglienza non sia solo una cosa bella da vivere insieme, ma generativa per un’intera comunità e per la nostra città”.
Canti e danze, sulle note della canzone “Smile for Africa” composta da Lorenzo Tozzi per un progetto benefico a favore dei bambini del Senegal, hanno colorato la festa di differenti linguaggi espressivi. Una coreografia pensata e realizzata con semplici movimenti, anche questi simboli che la danza libera nell’aria per raggiungere e coinvolgere ciascuno.


 


F.P.S.M.

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