AUTONOMIA E IDENTITÀ: RENDENA E CHIESE COSTRUISCONO LA COMUNITÀ

di Silvia Cavalloro

Dar vita a una progettualità aperta e dinamica, prendersi cura del futuro, costruire comunità. È questo lo spirito che ha guidato i Presidenti delle otto scuole dei Circoli della Valle del Chiese e della Val Rendena nell’offrire – insieme alle insegnanti, al personale della scuola, agli Organismi gestionali – un’opportunità per riflettere insieme su valori e pratiche educative.
Gli interventi che si sono succeduti hanno aperto a molti e sfaccettati punti di vista permettendo così di mettere in luce sia la molteplicità degli aspetti che l’iniziativa ha saputo far dialogare e valorizzare, sia i tanti attori che hanno partecipato alla realizzazione di questa occasione di confronto e testimonianza. Attori che con il loro impegno quotidiano permettono alle scuole equiparate dell’infanzia di offrire un sevizio educativo capace di rispondere ai bisogni, sempre in evoluzione e trasformazione, della comunità.

La serata si è aperta con il saluto delle autorità locali che hanno avviato l’incontro testimoniando l’impegno delle istituzioni, associazioni e enti da loro rappresentati nel collaborare con la scuola dell’infanzia, riconoscendo l’azione educativa e sociale che essa svolge, la sua attenzione nel dialogare con la funzione educativa delle famiglie, la sua capacità di creare occasioni per condividere buone prassi.

Il Presidente della Federazione, Giuliano Baldessari, ha fatto riferimento, in particolare, al Bilancio sociale elaborato per documentare in maniera integrata le risorse economiche e umane a disposizione dell’istituzione e per rendere conto di come queste vengano utilizzate. “Il Bilancio sociale della Federazione, dunque, è uno strumento – ha evidenziato Baldessari – per conoscerci e farci conoscere, per crescere nella capacità di raccontarci e valutarci. Un bilancio che racconta chi siamo e cosa facciamo insieme, ogni giorno, per l’educazione dei bambini; che si sofferma sui valori che ci guidano, ma anche sulle azioni concrete, sui fatti, sui progetti, sull’organizzazione che ci siamo dati”.

Lucia Stoppini – direttore della Federazione – ha fatto esplicito riferimento alla specificità delle scuole equiparate dell’infanzia che si caratterizzano per l’autonomia e l’identitàche rendono ciascuna scuola un’Istituzione realmente connotata territorialmente e dentro le comunità. “Le azioni – ha ricordato il direttore – che impegnano la scuola nei confronti dei bambini in merito al valore dell’autonomia e dell’identità istituzionali sono da un lato lo sviluppo del Progetto Pedagogico Specifico di scuola e dall’altro l’attenzione a mettere i bambini in condizione di conoscere, riconoscere e incontrare le persone, la storia, le specificità della loro scuola. Il Progetto Pedagogico Specifico è, quindi, un documento fondamentale di ogni singola scuola equiparata dell’infanzia, che definisce gli indirizzi educativi che quella scuola si dà sulla base della specificità del suo territorio, della sua comunità, delle sue risorse ambientali, umane, storiche e di prospettiva”.

A sottolineare l’importanza che la formazione riveste nell’individuazione e promozione delle traiettorie di crescita e consapevolezza professionale prezioso è stato il contributo alla riflessione della formatrice che da anni segue le scuole dei due Circoli, Caterina Spillari, e dell’insegnante Monia Corradi. Attraverso le loro voci è stato possibile condividere l’idea di bambino, di sviluppo e di apprendimento e, di conseguenza, l’idea di scuola che in questi anni è stata promossa dalle insegnanti. Un orizzonte di pensiero che vede i bambini come competenti, costruttori insieme agli altri, in interazione con gli altri, di relazioni e conoscenze. Tutto questo mettendo a disposizione del gruppo le specificità di cui ogni bambino è portatore e potendo arricchire e diversificare le proprie esperienze grazie ai contesti che le insegnanti progettano e realizzano. I bambini raffinano le competenze e ne costruiscono di nuove. Generando domande interpretano ciò che accade intorno a loro, dando vita a nuovi significati.

Dopo questi primi interventi di apertura sugli aspetti che fanno da comune riferimento al lavoro di tutte le 133 scuole associate alla Federazione, si è entrati maggiormente nel merito dei contenuti degli otto Progetti Pedagogici riletti, sottoposti a verifica e riattualizzati, attraverso un lavoro specifico realizzato in ciascuna scuola. Gli interventi dei vari Presidenti delle scuole hanno portato l’attenzione, infatti, alle scelte educative volte a promuovere autonomia e identità e che nello specifico hanno toccato i temi del rapporto tra partecipazione e diversità, risorse educative fondamentali, intese come leve per ampliare occasioni di coinvolgimento dei bambini e di arricchimento della loro esperienza. L’attenzione a promuovere collaborazione, a curare una consapevolezza e responsabilità verso le tematiche ambientali e la centralità di un accostamento già dalla prima infanzia alle lingue straniere sono stati ulteriori elementi per condividere riflessioni e progettualità.

È stato dato poi spazio ad alcuni temi che hanno caratterizzato in maniera distintiva il lavoro condiviso con particolare sottolineatura in alcune scuole, quali i temi dell’educazione religiosa, del valore educativo della presenza del personale ausiliario (cuochi e operatori d’appoggio) nelle scuole, anche come importante veicolo per curare e promuovere una corretta educazione alimentare. Convivialità e accoglienza inoltre sono dimensioni importanti per aprirsi all’accoglienza di tutti anche attraverso lo star bene insieme a tavola.

A evidenziare i tratti caratterizzanti il praticare autonomia e identità nelle scuole dell’infanzia associata alla Federazione è stata la voce di Giuseppe Scaratti, consulente scientifico della Federazione e Professore di Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Scaratti ha evidenziato come le scuole siano risorsa all’interno del tessuto sociale per promuoverne la crescita civile, culturale, economica. In particolare tutto il processo di riflessione promosso grazie alla definizione dei Progetti pedagogici di ogni scuola ha permesso di agire la responsabilità di decidere “quali valori far esistere”, di che cosa prendersi cura, di che cosa valorizzare. Le scuole della comunità, dunque, possono farsi interpreti – proprio perché per loro natura istituzionale strettamente legate ai territori di cui sono espressione – della costruzione di quella che Scaratti ha definito “una città della sostenibilità, per una nuova cittadinanza cercata, alimentata, tessuta”. Per consegnare ai nostri figli un mondo abitato, cioè denso di significati, di valori comuni attorno a una pluralità, in una dimensione locale che sappia però dialogare, costruire ponti, curare legami. Non per arroccamenti, quindi, ma per aperture valorizzanti.
L’onorevole Emanuela Rossini ha portato poi, in chiusura degli interventi, il suo saluto evidenziando la qualità del buon nutrimento ricevuto in questo incontro. “Ho percepito, sentito – ha detto – la cura, il calore, l’amore che si sono respirati in ogni testimonianza. Sono queste le attenzioni che ogni comunità deve curare e la scuola è il germe dove nasce la comunità”.

Ha concluso questo significativo momento di incontro e confronto Mons. Lauro Tisi, Arcivescovo di Trento. “Costruire comunità - ha evidenziato – è qualcosa che impegna perché oggi significa andare contro un sentire costruito a misura di ego. L’insegnamento ci viene dai bambini pieni di stupore, pieni di domande, aperti all’esplorazione, alla sorpresa. La relazione è centrale e si realizza attraverso la corporeità, l’incontro con la verità del rapporto con l’altro”. Per questo l’Arcivescovo ha richiamato il rischio del virtuale, quando questo si sostituisce alla concretezza del confronto e dello scambio con gli altri. I bambini inoltre non si muovono con il criterio dell’utile che porta allo scarto, ma con il criterio della gratuità. “Il meglio delle nostre valli – ha ricordato ancora – è stato realizzato da uomini che hanno avuto molto sogno, molta idealità, molto azzardo. Andremo lontano se sapremo tenere vivi i nostri sogni per il futuro”.


 

 


F.P.S.M.

La Federazione Provinciale Scuole Materne di Trento è un’istituzione che promuove cura, servizio e innovazione. I differenti e articolati progetti promossi vogliono favorire e sostenere una scuola che sia contesto di crescita, di esperienze di qualità, di relazioni significative.

Contatti

Federazione Provinciale Scuole Materne
Via Degasperi 34/1
38123 Trento
Tel: 0461 382600
Fax: 0461 911111