CARANO E PANCHIÀ: INTRECCI PER STORIE COLLETTIVE



a cura delle insegnanti delle scuole equiparate di Carano e di Panchià
 

“La Storia che passa” è il progetto che ha coinvolto i bambini presenti nel pomeriggio nelle scuole dell’infanzia equiparate di Panchià e Carano. Il filo conduttore che ha tenuto unite le due scuole è stato il percorso di approfondimento sulla lingua scritta tenuto da Camilla Monaco la quale, presentando alcuni progetti realizzati lo scorso anno durante il periodo di chiusura delle scuole per la pandemia, ha dato l’incipit per iniziare questa collaborazione.
Le insegnanti, nel corso di un incontro di formazione, hanno progettato insieme in meet le esperienze di apprendimento da proporre ai gruppi di bambini per costruire un gemellaggio a distanza, vista l’impossibilità di incontrarsi

Con l’aiuto di Google Maps siamo saliti su un pullman virtuale andando a esplorare i rispettivi paesi: uguaglianze e differenze, edifici comuni come la scuola, il municipio, la chiesa e luoghi speciali che ci hanno fatto ragionare su cosa rende unico il nostro paese. Il “ponte vecio”, caratteristico dell’abitato di Panchià, ci ha permesso di fare un parallelo con il “ponte dell’amicizia” che abbiamo provato a stabilire attraverso una storia co-costruita assieme. Abbiamo chiesto ai bambini, divisi in piccoli gruppi, di pensare alcune parole e di condividerle poi con i compagni di Panchià. Mettersi d’accordo non è sempre facile, ma alla fine queste parole vengono decise e… spedite assieme ai disegni e ai saluti.

Il pensiero pedagogico che ci ha sostenuto è che occorre una certa distanza tra le parole, occorre che l'una sia sufficientemente estranea all'altra, e il loro accostamento discretamente insolito, perché l'immaginazione sia costretta a mettersi in moto per istituire tra loro una parentela, per costruire un insieme fantastico in cui i due elementi estranei possano convivere [cfr. La grammatica della fantasia di G. Rodari].
L’impegno del gruppo dei bambini che ha ricevuto queste parole è stato quello dapprima di utilizzarle per inventare un pezzetto di storia, successivamente di trovarne di nuove e di rispedire il tutto a Carano. L’attesa per la risposta è rimasta sempre viva anche se, causa la chiusura per il Covid, abbiamo interrotto per un breve periodo il progetto; appena la risposta è arrivata i bambini ricordavano nel dettaglio (a volte meglio delle insegnanti) il punto di interruzione e con curiosità aspettavano la storia e le parole nuove.

Dopo la lettura della parte del racconto chiediamo al gruppo: “E adesso che cosa succederà?” Sollecitiamo i bambini a continuare la storia oralmente. Discutiamo insieme, sentiamo tante idee e sviluppi, scegliamo le soluzioni più divertenti, troviamo un finale curioso. Così la storia che passa, appunto, costruita con l’aiuto di tutti, è diventata patrimonio di tutti. Durante la co-costruzione della storia sono nate anche discussioni circa la plausibilità di certe affermazioni come ad esempio: “Ci sono gli squali nel nostro torrente? Quali pesci troviamo nell’Avisio? Come mai non si trovano pulcini nelle uova per fare le torte? Come fanno gli uomini a toglierlo senza rompere il guscio?”

Il processo di “fare ricerca osservativa”, promosso da entrambe le scuole, si è concretizzato in attività quali la ricerca su libri o con il coinvolgimento delle famiglie, la formulazione di ipotesi, di teorie, la condivisione di esperienze personali che hanno arricchito le conoscenze e i saperi di entrambi i gruppi.  Il compito delle insegnanti è stato quello di supportare i bambini nelle loro ipotesi cercando di aiutare gli stessi a operare scelte condivise.
Alla fine, come si conviene a ogni storia che si rispetti, abbiamo scelto il titolo della storia: “Il vecchietto e la vecchietta”.  La storia è stata rappresentata graficamente e successivamente è stato costruito un “cartone animato” che è stato presentato ai bambini ed inviato alle famiglie.

 


F.P.S.M.

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