DALLA FORMAZIONE ALLA CITTÀ. A POVO E ALLE CANOSSIANE ESPERIENZE DI CONNESSIONE TRA QUALIFICAZIONE DELLE INSEGNANTI E PROGETTUALITÀ



di Silvia Cavalloro e delle insegnanti di Trento-Canossiane e Povo

 

La formazione delle insegnanti è un contesto fondamentale per crescere nella professionalità e continuare a porsi insieme – tra colleghe, con i docenti e con i coordinatori – domande su come la scuola può dialogare con il tessuto sociale nel quale è inserita. Una formazione che, viva e laboratoriale, intenzionalmente connotata da interazione e circolarità, deve poi sapersi tradurre in proposte concrete a scuola e nei territori.

Grazie alla formazione proposta dalla Federazione in questi anni il focus del pensiero progettuale delle insegnanti si è gradualmente spostato da una centratura prevalentemente attenta agli argomenti e ai temi a un distintivo orientamento al processo di apprendimento. Infatti è il mettere pensiero sull’azione (ragionamenti collettivi, formulazione di ipotesi, argomentazione delle proprie idee, farsi portavoce di scelte condivise…), farlo insieme agli altri alla luce di progetti o di problematiche che riguardano la collettività, partecipando con il proprio contributo, sono alcuni tratti distintivi che marcano il nostro “essere scuola. Co-costruire apprendimenti contribuendo attivamente alla cultura alla quale i bambini appartengono diventa infatti possibile proprio grazie alla progettualità educativo-didattica. È attraverso questa che le insegnanti provano a superare estemporaneità e frammentarietà dell'esperienza, riconoscendo valore e promuovendo il pensiero che si sviluppa tra bambini.

Una delle testimonianze significative di questo percorso è l’esperienza delle scuole dell’infanzia di Trento “Canossiane e di Povo, esperienza che, a partire dalle sollecitazioni condivise in formazione con l’artista Matteo Boato, ha dato vita a progetti educativo-didattici originali che hanno coinvolto in percorsi partecipati i bambini in occasione del Natale. Si legge in un passaggio progettuale: “Fare insieme ricerca osservativa, significa per noi immaginare l'osservazione come una metodologia attraverso la quale costruire ipotesi e teorie, variazioni e trasformazioni di pensieri, in una prospettiva di ricerca tra bambini e adulti”. Un intreccio di sguardi che non si ferma alla superficie, ma che – attraverso la guida progettuale dell’insegnante – guadagna prospettive multiple e profondità.

I bambini – argomentano ancora le insegnanti nella loro progettazione periodica - conoscono la realtà, osservandola a partire da sguardi diversi: si confrontano, ascoltano punti di vista differenti dal proprio, formulano ipotesi, si interrogano, ricercano risposte assieme ai compagni, le verificano, le convalidano o le modificano, uscendo più volte sul territorio. Riflettono sulle esperienze vissute, si soffermano sui particolari, ricercano dettagli, che spesso sfuggono. Collaborano per costruire una prospettiva unica e condivisa, capace di mettere tutti d'accordo”.






 

 


Didascalia Le insegnanti organizzano la sezione in maniera diversa, spostando tavoli e sedie per poter proiettare sulla parete alcune immagini, predisponendo computer, proiettore, prolunga, hard disc esterno. Le foto proiettate sul muro sono oggetto di analisi e discussione tra bambini.

 

Lasciamo alla testimonianza delle insegnanti e ad alcune foto la documentazione sulle varie fasi del progetto sviluppato dalle due scuole a partire da quanto proposto in formazione sia nell’ambito dei linguaggi espressivi (il percorso con l’artista Matteo Boato), sia a livello metodologico (lavoro in piccoli gruppi, strategie inclusive, documentazione con i bambini e per i bambini, documentazione verso le famiglie e la collettività, per citarne alcune). “Alle Canossiane, in vista della preparazione del calendario dell'Avvento i bambini e le bambine delle tre sezioni sono usciti per le vie della città di Trento. Equipaggiati di tablet, supportati dall’insegnante, hanno fotografato quello che al loro sguardo è sembrato interessante e capace di testimoniare l’essenza del Natale: luminarie, addobbi nelle vetrine, bocce, albero di Natale, presepe, stelle. Giunti in Piazza Duomo i bambini hanno anche fotografato alcuni monumenti ed edifici significativi. In un secondo momento, a scuola, è stato deciso insieme di realizzare uno sfondo per il presepe che rappresentasse la città di Trento con alcuni edifici-simbolo che erano stati osservati durante l'uscita. Il gruppo della sezione “Erba cipollina” ha così scelto la fontana del Nettuno, nella sezione “Salvia” l'attenzione si è focalizzata sul Palazzo Pretorio e nella sezione “Lavanda” su Casa Rella”.

“Una prima rappresentazione è stata realizzata all'interno dei piccoli gruppi stabili con l'ausilio delle fotografie scattate. I bambini hanno riscontrato alcune difficoltà rispetto per esempio alla raffigurazione delle statue della Fontana del Nettuno che non risultavano molto chiare nelle fotografie. Prendendo spunto anche dall'esperienza vissuta in prima persona dalle insegnanti nel corso della formazione condotta da dall'artista Matteo Boato, aggiornamento promosso dalla Federazione Provinciale delle scuole materne di Trento, è nata l'idea di tornare in piazza per osservare nuovamente dal vero quei palazzi e monumenti. Muniti di coperte per sedersi comodi e concentrati, con delle teche come appoggio, utilizzando fogli, matite e pennarelli neri i bambini hanno realizzato elaborati individuali. I bambini sono stati oggetto di interesse dei vari passanti tra cui anche il sindaco di Trento Franco Ianeselli”.

“Queste rappresentazioni grafiche sono state materiale prezioso per ricreare a scuola un progetto collaborativo in piccoli gruppi. Infine è stato scelto un progetto unico di sezione da realizzare su grande scala con matite grafite e acquerello nero per lo sfondo del presepe”.

“Per ampliare e consolidare questa esperienza e renderla inclusiva e largamente partecipata, oltre al linguaggio grafico ai bambini è stata data anche l'opportunità di sperimentarsi con la progettazione e realizzazione di questi monumenti con i materiali della psicomotricità in sala motoria. Sono stati quindi dipinti tre grandi fondali di cartone, esperienza che ha coinvolto una rappresentanza di tre bambini per ogni sezione. Su questi pannelli sono stati incollati i progetti della fontana di Nettuno, del Palazzo Pretorio e di Casa Rella. Per dare continuità agli elaborati si è deciso di creare una pavimentazione della piazza utilizzando pastelli a olio bianchi. Questo lavoro ha visto i bambini organizzati in differenti tipologie di raggruppamenti – individualmente, all'interno dei piccoli gruppi stabili e in intersezione – con la soddisfazione di avere un progetto unico di scuola come allestimento del proprio presepe”.

“Il sottogruppo che si è concentrato sull’osservazione delle finestre ha fatto una ricerca approfondita sulla forma (c’è un quadrato con sopra mezzo rotondo, c’è una cornice bianca attorno e dentro c’è come una croce color legno alcune delle osservazioni emerse), sulla dimensione della finestra rispetto alla porta-finestra col balcone (dobbiamo farle alte uguali, ma la porta-finestra è più lunga sotto) e al numero di finestre, sulla loro disposizione e sui riferimenti spaziali, indicazioni che servono per disegnarle al posto giusto (sopra a…, vicino a…, in mezzo ci sono…). Queste questioni sono state molto significative perché hanno aperto un nuovo confronto tra bambini dal quale è emersa la loro capacità di soffermarsi e cogliere i particolari, di identificarsi nei dipinti figurativi che riprendevano azioni che a loro piacciono come giocare con la palla, salire sulle scale, stare con gli animali”.

Anche nell’esperienza di Povo l'ambiente esterno è diventato un'aula didattica a cielo aperto dove i bambini, sostenuti dagli insegnanti, hanno potuto costruire in maniera diretta i loro pensieri riguardo alla realtà. Attaraverso un processo di esplorazione, osservazione dettagliata e progettazione condivisa la scuola ha infatti realizzato un presepe esito di un intenso percorso partecipato che è stato poi offerto a tutta la comunità.

In queste foto – solo una piccola parte dell’ampia documentazione realizzata – è possibile riconoscere alcuni elementi che hanno strutturato l’esperienza. L’uscita all’aperto ha rappresentato l’occasione di raccogliere i dati osservativi necessari alla prefigurazione e successiva realizzazione del progetto. I materiali ripresi poi a scuola hanno permesso di promuovere i ragionamenti dei bambini all'interno dei piccoli gruppi offrendo a tutti la possibilità di partecipare, attraverso un contributo verbale o di azione, a ciò che si sta facendo.


 


F.P.S.M.

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