LA DIMENSIONE SOCIALE DEL FARE INSIEME RICERCA OSSERVATIVA. A CASEZ I BAMBINI STUDIANO E SCOPRONO IL SANTUARIO DI SAN ROMEDIO



a cura delle insegnanti della scuola equiparata dell’infanzia di Casez
 

“Fare insieme ricerca osservativa” per conoscere meglio il proprio territorio, le tradizioni e la cultura nella quale i bambini stanno crescendo è un’accezione sociale di un processo di apprendimento che il più delle volte ha, tra i propri ambiti di indagine, temi scientifici e naturalistici. È questo il punto di vista esplorato dalla scuola dell’infanzia di Casez che, valorizzando questa meno praticata dimensione, ha progettato un percorso legato alla conoscenza del Santuario di San Romedio.
La visita al santuario è stata l’esperienza proposta ai bambini come avvio del progetto che ha voluto anche offrire l’occasione di festeggiare il Natale insieme alle famiglie nella suggestiva cornice di questo luogo significativo e distintivo della comunità. La singolare struttura architettonica del santuario e la ricchezza di testimonianze storiche e culturali che in esso si possono rinvenire, si sono prestate a svolgere un’interessante ricerca osservativa, sui particolari architettonici e decorativi, sulle funzioni degli elementi che li compongono e sulle modifiche e trasformazioni che si sono aggiunte nel corso dei secoli alla struttura originaria. 

Le esperienze di apprendimento sono state strutturate attivando conversazioni guidate in piccoli gruppi volte a esplorare le conoscenze pregresse dei bambini (“Conoscete il santuario di San Romedio? Dove si trova? Come ci si arriva?”); condividendo racconti sulla storia di San Romedio; attivando raccolte di informazioni e immagini sui libri o su internet riguardanti il santuario per verificare e integrare quanto già espresso dai bambini in merito.La visita ha coinvolto i bambini nel dare prima uno sguardo di insieme alla costruzione fissandone i tratti salienti con fotografie e disegni mentre, successivamente, si è portata la loro attenzione su particolari da osservare in maniera attenta, invitando i bambini a sceglierne alcuni, a disegnarli e fotografarli per tenerne memoria.

A scuola, tornando ad analizzare i dati raccolti durante la visita e visionando le foto proiettate sulla parete dell’aula, i bambini si sono confrontati in piccolo gruppo cercando di descrivere la costruzione e di ricordare quanto visto durante la visita. I particolari più caratterizzanti sono stati gli elementi per decorare fiaccole e per la realizzazione di un plasticoda portare al santuario in occasione della festa di Natale. Per queste fasi di lavoro sono stati utilizzati degli strumenti di misurazione, sono state ricercate informazioni su alcuni elementi individuati dai bambini come tetti ripidi, finestre piccole e inferiate, scalinate, porte e sono state considerate alcune strategie per definire le proporzioni del manufatto e per verificare dove collocare ogni particolare.


Alcune tappe del nostro progetto

La complessa architettura del santuario e lo stratificarsi sulla roccia di elementi via via più recenti permettono all’osservatore attento di dare un ordine cronologico ai vari corpi di fabbrica, di intuire l’ordine spaziale in cui si sono succeduti (dall’alto verso il basso anziché, come si potrebbe pensare con uno sguardo superficiale, dal basso verso l’alto).

La visita al santuario a fine novembre è stato un passaggio importante e irrinunciabile che ha coinvolto i bambini alla ricerca dei tratti distintivi di questo luogo come affreschi e tele raffiguranti la leggenda di San Romedio (precedentemente letta e discussa in scuola), grate, giacigli di pietra, statue, porte, serrature, poggioli e scale, particolari che sono stati raffigurati dal vivo utilizzando tavolette rigide, fogli, pennarelli neri e frame in grado di focalizzare l’attenzione su piccole porzioni di immagine. Questa attività ha permesso di ricordare particolari dell’insieme che hanno poi guidato i bambini nella costruzione dei plastici del santuario.
Inizialmente si è sperimentata in piccolo gruppo autonomo la costruzione di prodotti in cui i bambini si immedesimavano costruttori alle prese con problemi statici e con proporzioni da riprodurre usando strumenti di confronto e misurazione.



Avendo come riferimento il libro “A cavallo dell’orso: il racconto di San Romedio” di Anna Pintarelli e Silvia Spada, nel pomeriggio le insegnanti hanno proposto un calendario dell’avvento che offriva una parola nuova, una curiosità o un elemento della storia di S. Romedio contenuti in ciascun sacchettino da aprire ogni giorno. Hanno inoltre preparato, ad affiancare il calendario, un cartellone che raffigurava un paesaggio con una strada che conduce al Santuario. Utilizzando mappe, cartine, atlante geografico e ricercando molte informazioni, i bambini – a partire dal contenuto di ciascun sacchetto – hanno arricchito di scoperte e elementi distintivi la storia del santo trovando sempre nuovi dettagli per arricchire le proprie scoperte.

Ad esempio un sacchettino conteneva la descrizione e l’immagine del vestiario utilizzato da Romedio per il suo pellegrinaggio: una veste corta fino al ginocchio che rendeva più facile camminare, un mantello sulle spalle con cui ci si difendeva dalla pioggia e dal freddo, un cappello a falde larghe e un bastone di aiuto nel lungo cammino. Dalla cintura pendono una zucca svuotata per trasportare l’acqua e una piccola borsa per contenere le poche cose necessarie per il viaggio.
Dopo aver letto e osservato il contenuto del sacchetto, i bambini hanno iniziato la loro ricerca osservativa soffermandosi sulla particolare borraccia descritta, la zucca svuotata (Perché una zucca svuotata per trasportare l’acqua? Come si può trasportare l’acqua con una zucca? Come sarà fatta?). Durante il confronto delle ipotesi dei bambini, le insegnanti hanno introdotto una zucca essiccata a forma di bottiglia, che fino a quel momento non era presente in sezione. I bambini l’hanno toccata, osservata e studiata scoprendo che era secca, successivamente le insegnanti hanno proposto di creare una borraccia come quella di S. Romedio.


F.P.S.M.

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