di Camilla Monaco
 

Su quali scelte progettuali, su quali posizionamenti discorsivi, su quali attenzioni teorico-metodologiche si basano situazioni interazionali come questa, in cui un piccolo gruppo di bambini – guidato dall’insegnante – costruisce ragionamenti insieme? La metodologia innovativa del piccolo gruppo rappresenta, come recita il sottotitolo del libro, una vera e propria sfida non solo a livello educativo-didattico ma anche in termini strettamente formativi. Si tratta, infatti, di un’architettura metodologica che, per la complessità e il potenziale trasformativo che porta con sé, non può prescindere da un impianto formativo che intrecci e interconnetta la dimensione teorico-metodologica, la sperimentazione pratica e la riflessione sulle esperienze.
Come scrive Clotilde Pontecorvo nell’Introduzione al volume, “si tratta di un lavoro complesso, non certo improvvisato, ma che consente poi una gestione spontanea dell’interazione. Sappiamo infatti da tempo che la sollecitazione dei processi educativi ispirati alle teorie dell’Educazione Attiva va preparata in anticipo con molta cura, anche perché è fondamentale l’atteggiamento sereno dell’adulto nel consentire la libertà di scelta e di espressione degli allievi a qualsiasi età” (p. 14).
 

I due appuntamenti del 27 e 28 maggio saranno aperti dagli interventi di Lorenza Ferrai, Responsabile del Settore Ricerca, Formazione e Servizi pedagogici, di Giuliano Baldessari e Lucia Stoppini, rispettivamente Presidente e Direttore della Federazione.
Entrambi gli incontri formativi vedranno la preziosa partecipazione – insieme alle autrici Camilla Monaco e Cristina Zucchermaglio – di Alessandro Ramploud, dell’Università di Pisa,ed Elena Ricci, coordinatrice del Circolo di Mezzolombardo, nell’intento di costruire ragionamenti collettivi in un piccolo gruppo di adulti, in assoluta sintonia con quello che il libro racconta rispetto alle scuole, agli insegnanti, alle bambine e ai bambini.