LE INSEGNANTI RACCONTANO GLI ALBI ILLUSTRATI: “LA MERAVIGLIA CADUTA DAL CIELO”



a cura di Sabrina Lazzeri, insegnante della scuola equiparata dell’infanzia di Madrano
 

La passione per gli albi illustrati e il riconoscimento di come essi
possano essere ricchi e strategici strumenti per sostenere gli apprendimenti, abita sempre di più
sia le proposte educativo-didattiche, sia la riflessione consapevole
da parte delle insegnanti sulle potenzialità delle narrazioni da essi promosse.
Nel leggere la recensione dell’albo illustrato “La meraviglia caduta dal cielo”,
pubblicata sulla nostra rivista “AltriSpazi: abitare l’educazione”,
l’insegnante Sabrina Lazzeri ha voluto condividere con la nostra redazione alcuni ragionamenti
nati dagli spunti offerti dall’articolo, condivisione che valorizza uno spazio di dialogo
interessante tra chi scrive e chi legge
che la rivista sostiene e promuove.
Vi lasciamo alle sue parole, frutto di un suo percorso di ulteriore ricerca e documentazione.



“La meraviglia caduta dal cielo” un albo di una bellezza disarmante e di grande intensità narrativa: non tanto per la trama scritta, ma soprattutto per il racconto portato avanti da appropriati accorgimenti grafici che ne sostengono il ritmo. La storia è costruita attorno a un fatto piccolo, a una piccola epifania: una biglia colorata che cade in un prato e dà l’avvio a un esercizio che i piccoli lettori potranno sperimentare in varie occasioni di quotidianità: l’esercizio della meraviglia.
Kveta Pacovska, nota scrittrice e illustratrice per bambini di Praga, scriveva che “gli albi illustrati sono la prima galleria d’arte che un bambino frequenta”. E come darle torto sfogliando le pagine di questo libro?
Le opere d’arte fanno immergere nella bellezza, anche le piccole opere d’arte come gli albi. Proporre ripetute immersioni in contesti di bellezza è uno dei più grandi doni che possiamo fare ai bambini, perché la bellezza lascia tracce che forgiano la dimensione interiore, che la educano al piacere di vivere, oltre che orientarla e strumentarla per una comprensione armonica del mondo delle cose e delle relazioni.


1) CARATTERISTICHE GENERALI
Le caratteristiche principali dell’albo mi sembrano essere:

  • l’intreccio tra dimensione artistica e quella scientifica testimoniata anche dalla cura delle immagini con disegni impeccabili, di una precisione quasi tassonomica;
  • la caratterizzazione plastica dei personaggi (il meraviglioso insetto stecco, spettacolare nella sua elegante staticità; il pomposo ragno che a seconda di come gestisce le sue zampette – chiuse, aperte – ci fa passare dalla sua fase egoistica a quella risolutiva della condivisione; lo stercorario equilibrista, la pensosa cimice, il ranocchio goloso, il bruco insistente, la falena sognatrice);
  • l’equilibrio molto ben calibrato tra testo e rappresentazione grafica (ad es. l’incipit, misuratissimo e perciò d’effetto: “cadde dal cielo un giovedì”);
  • l’uso intenzionale dell’alternanza bianco-nero e colore. Un contesto grafico che enfatizza l’andamento del testo, come ad esempio il tripudio di colori alla fine del testo, che fa sparire il bianco/nero dalla pagina, a sottolineare il passaggio in cui l’egoismo del ragno lascia il posto alla condivisione.


2) LA DIMENSIONE VALORIALE
Tale dimensione è ben presente nel testo e offre vari spunti: non pesanti e moralistici, ma aperti alla riflessione e all’accoglienza semplice e immediata dei piccoli lettori. I significati più importanti mi sembrano questi:

  • c’è sempre una dimensione di accordo che dialoga con quella del disaccordo, aspetti entrambi da riconoscere e valorizzare per gestire la conflittualità, per giungere ad un accordo, per imparare a collaborare. La frase che viene ripetuta più volte dopo che i personaggi hanno espresso le loro valutazioni diverse sull’identità di quell’oggetto misterioso è: “tutti su questo erano d’accordo” (che si trattava di una meraviglia) evidenziando così l’importanza di riconoscere punti di contatto tra posizioni differenti;
  • la necessità del rispetto dell’alterità e dei diversi punti di vista;
  • la consapevolezza che l’egoismo porta alla solitudine e la condivisione porta alla compagnia e alla gioia (il ragno è invece triste e solo, dopo la mostra a pagamento che allontana i visitatori);
  • l’importanza della gratuità e della gratitudine: “cadde dal cielo un giovedì”. Inaspettatamente la meraviglia cade dal cielo. L’atteggiamento costruttivo, bello, non è usare quello che ci accade e piegarlo per i nostri interessi a scapito degli altri, ma accogliere tutto con stupore e gratitudine, investendolo come patrimonio da condividere.


3) IPOTESI DI UTILIZZO NELLA DIDATTICA DELL’ALBO
Le possibilità di questo albo sono ricche e diversificate. Si possono tessere intenzionalità educative su numerosi aspetti. Di seguito ne indico alcuni, precisando che le proposte non devono mai tradursi in attività singole, frammentate e specialistiche. È importante infatti progettare esperienze di apprendimento in modo integrato e vedendo sempre i bambini come co-costruttori attivi del proprio sapere insieme agli altri e promuovendo forme di partecipazione differenziate e inclusive:

  • la dimensione scientifica che si nutre delle rappresentazioni minuziose degli insetti, delle piante, del contesto naturale che è osservabile anche nella realtà;
  • la dimensione artistica sostenuta dall’alternanza dell’utilizzo del bianco e nero col colore, della presenza di sfumature, dell’attenzione al particolare, del rapporto figura-sfondo, luce-ombra, pieno-vuoto, alto-basso, centro-periferia, stasi-movimento;
  • la dimensione relazionale: condivisione, superamento del solo riferimento a se stessi, convivialità, riconoscimento di spazi di solitudine, di collaborazione, di rispetto;
  • la dimensione narrativa: la storia narrata dall’albo può fare da spunto per il racconto di sé in relazione agli altri e alle esperienze che valorizzano le piccole cose quotidiane;
  • la dimensione linguistica:
    • scoperta di parole nuove (nome degli insetti, degli oggetti particolari della mostra, dei fiori);
    • elaborazione di piccole sintesi e riassunti, provando a raccontare;
    • occasione per i bambini di sperimentare la scrittura spontanea (scrivere il nome vicino all’immagine o al disegno, oppure piccole frasi che raccontano le illustrazioni);
    • confronto sul significato di espressioni presenti nell’albo illustrato che richiamano e si riferiscono a esperienze vissute nel contesto di scuola o in famiglia. Ad esempio l’espressione ricorrente nel testo: “Su questo tutti erano d’accordo” rimanda alle strategie e ai processi decisionali del lavoro in piccolo gruppo e al progetto “Il Concilio dei bambini”. Queste due metodologie implicano un confronto di idee che porta ad esprimere accordi o disaccordi per giungere poi a una proposta comune.  Non sempre si è d’accordo su tutto, ma è importante argomentare il proprio punto di vista mettendosi in ascolto di quello degli altri. L’accordo comune è un processo che implica la disponibilità a negoziare e rielaborare il proprio pensiero.
  • La dimensione matematico-geometrica: indagine-familiarizzazione, osservando l’albo, con i concetti di alto/basso, da una parte/dall’altra, centro/periferia, grande/piccolo, sopra/sotto, linea retta/linea curva, spesso-grosso-sottile; le forme (la forma sferica della biglia e del ragno; la linea retta e poi curva del bruco in stasi e movimento); il conteggio (quanti sono gli animali, quanti i fiori, gli oggetti, il concetto tanti-pochi, i numeri cardinali e ordinali delle pagine).


4) POSSIBILI IDEE DI LAVORO IN PICCOLO GRUPPO
A) piccolo gruppo guidato che lavora sulla dimensione relazionale e piccoli gruppi autonomi che osservano-riproducono, fanno considerazioni sulla dimensione grafica (scoprono e confrontano la ricchezza e le sfumature dei colori presenti nell’albo e sperimentando mescolanze con le tempere fanno esperimenti ricreando i colori);
B) dimensione scientifica approfondita, a livelli di complessità diverse, dai gruppi autonomi e guidati (ad esempio autonomi: rappresentazione grafica morfologica degli insetti; guidato: confronto con libri scientifici, scoperta e confronto di caratteristiche visibili, ma anche di comportamento, modalità di vita, habitat, di procurarsi il cibo, del sonno.
C) dimensione narrativa che per ogni piccolo gruppo passa dall’analisi (guidata) dell’intreccio narrativo dell’albo alla produzione di piccole narrazioni autonome
D) ogni piccolo gruppo potrebbe occuparsi di una delle dimensioni precedentemente elencate relative all’albo. Poi nel “Concilio dei bambini” un rappresentante per gruppo potrebbe partecipare a realizzare un cartellone di sintesi con personaggi, trama, aspetti grafici, scientifici, matematici. Ogni rappresentante porta l’osservazione peculiare del suo gruppo. Insieme scelgono gli elementi fondamentali da mettere sul cartellone.

 


F.P.S.M.

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