NUOVO LOGO E MURALES PER GARDOLO, IN FESTA PER I 120 ANNI DELLA SCUOLA


di Silvia Cavalloro

Un progetto di partecipazione e coinvolgimento per confrontarsi sull’essere scuola oggi e per scoprire e definire insieme cosa renda distintivo, nello specifico, la propria scuola, quali aspetti ne definiscano i valori e lo stile educativo.
Iniziato due anni fa, il percorso avviato dalla scuola equiparata dell’infanzia di Gardolo ha visto lo scorso anno l’attivazione di un processo di partecipazione allargata che ha portato alla scelta del nome da dare alla scuola – Filo colorato – mente nel corso di quest’anno si è giunti alla realizzazione del logo e del murales.
Esito, questo, di un percorso proposto e sostenuto dall’Ente Gestore, dal Comitato di Gestione e da tutto il personale della scuola e che ha visto, ancora una volta, protagonisti i bambini e i loro genitori, guidati dalle insegnanti e da alcuni artisti dell’associazione Alchemica.

La recente ricorrenza dei 120 anni dalla fondazione della scuola è stata l’occasione significativa per presentare ufficialmente alla comunità il risultato di questo lavoro, ricorrenza che ha rappresentato un momento di condivisione, di incontro, di festa.

Il presidente dell’’Ente, Bruno Robol, ha ricordato a tutti i partecipanti l’anniversario della costituzione di un comitato per erigere un asilo infantile in paese. “Questa volontà di collocare i bambini in una struttura voluta dalla comunità – ha detto – che doveva non solo custodirli ma anche educarli e istruirli, veniva da una sempre più forte coscienza di solidarietà sociale e da un senso di carità cristiana che in quegli anni si andava a diffondere tra le persone più sensibili. Sono gli anni di costituzione delle Famiglie Cooperative, delle Casse Rurali, dei Corpi Volontari dei Vigili del Fuoco e degli Asili. Persone sensibili e volenterose che si adoperarono per realizzare e sostenere l’asilo del paese”. Ma ancora oggi si può contare su persone che dedicano il loro tempo e le loro competenze “perché la scuola Filo colorato di Gardolo e la scuola Bimbinvolo di Ghiaie-Spini, continuino a essere scuole della comunità”.

“Ricordare e, perché no?, celebrare un traguardo così importante – ha sottolineato ancora Bruno Robol –  significa andare oltre l’espressione e la condivisione di una gioia pur legittima e intensa. Significa, io credo, richiamarsi al valore fondamentale e ispiratore, su cui si fonda, come si fondò 120 anni fa, la nostra esperienza educativa.
Avvertiamo oggi l’esigenza di aggiornare quel valore, di legarlo all’attualità, di interpretarlo alla luce delle accelerazioni, dei mutamenti e delle complessità che vive la nostra società e la nostra stessa comunità gardolese. Questa rilettura è per noi una scelta di coerenza, che sa guardare al passato, ritrovandovi un’adesione profonda a un principio ispiratore, ma è capace anche di guardare al futuro accettando la sfida del progetto e della speranza. In questo senso, l’impegno educativo diviene espressione e strumento di una concezione che non riduce l’educazione all’apprendimento e l’apprendimento all’accumulo di nozioni, ma che vuole accompagnare e sostenere un progetto di vita e di comunità, cioè d’incontri e relazioni, nel quale ogni individuo è riconosciuto come tale, come portatore di differenze, di sensibilità, a volte di precarietà, certamente di risorse e di opportunità.
Queste brevi considerazioni sul nostro voler essere scuola della comunità mi sembrano il riconoscimento e l’augurio più sincero da offrire in questo momento di festa e, assieme, di rinnovato impegno di una comunità verso se stessa, verso le nuove generazioni e verso le generazioni future”.

Il presidente Robol ha concluso poi spiegando le riflessioni che hanno accompagnato la realizzazione del logo della scuola: “L'albero, da sempre potente simbolo dell'immaginario umano: ha radici profonde, che lo legano al terreno, da cui prende il nutrimento, la forza, l'energia della vita; quella forza che lo tiene saldo, nonostante i venti di tempesta della vita, per i quali ondeggia ma non si spezza. E in quel terreno, attraverso vibrazioni impercettibili delle radici, sente gli altri alberi, attivando in questo modo, simbolicamente, una dimensione sociale e relazionale: l'albero è solitario, ma è anche insieme agli altri alberi. L'albero poi non ha tuttavia soltanto radici, ma rami alti, che vanno verso il cielo: la ricerca di un'altrove, simbolo di conoscenza e di crescita.
I bambini hanno ben colto questi poetici aspetti, e hanno immaginato dei ‘bambini albero’, perché – ci hanno detto – i bambini hanno piedi come le radici, e braccia che sembrano i rami, e crescono e crescono, come i rami che vanno su e su... E sono tanti e diversi, gli alberi, ma nel bosco sono tutti uniti come con un filo che li lega insieme.
Il filo colorato, appunto. L'albero e il filo, le potenti metafore elaborate dall'immaginazione e dalla fantasia dei bambini”.

 


F.P.S.M.

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