# ESPERIENZE IN FAMIGLIA - Sconfinamenti: il ruolo degli adulti nell'accompagnare passaggi e cambiamenti



di Silvia Cavalloro

«Era estate e la scuola era finita». Comincia così questo splendido albo illustrato di Anaïs Vaugelade (…ricordate La zuppa di sasso? È sempre lei l’autrice!) che ci racconta gli sconfinamenti del piccolo coniglio Lorenzo, mosso dal desiderio di spingersi “Un po’ più lontano”.

Comincia – questa narrazione – con qualcosa che finisce. Ed è questo quello che accade durante il percorso dell’autonomia. Si cresce anche attraverso passaggi che segnano attraversamenti nei quali, inevitabilmente, qualcosa si chiude. Magari solo qualche aspetto dell’esperienza precedente, un tratto del cammino che abbiamo fin qui disegnato. Ma qualcosa è necessario che ci si lasci alle spalle, se si vuole intraprendere un nuovo viaggio.

Un viaggio che vede il nostro protagonista – orgoglioso e felice, talvolta perplesso e incerto – affrontare alcune esperienze, per la prima volta da solo.Tra curiosità per le sorprese del futuro e il legame con gli affetti consolidati, il piccolo coniglio imparerà ad affrontare i cambiamenti e ad aprirsi a nuove relazioni.
L’esplorazione porta infatti l’effervescenza della scoperta e del misurarsi con i cambiamenti. E i bambini lo desiderano e ne hanno diritto. Ci chiedono di poter fare un nuovo passo “un po’ più lontano”. Uno slancio che però necessita di un “lasciapassare”: la fiducia degli adulti di riferimento così importante per avere fiducia in se stessi. Fiducia che dà energia all’intraprendenza di ogni bambino che diventa grande e che, forte delle competenze acquisite – della “cassetta degli attrezzi” più ricca come ci ricorda Bruner –, guarda oltre con creatività e desiderio di nuove esperienze e nuovi saperi.

Ed è proprio questo il tema offerto dall’albo illustrato di Anaïs Vaugelade ricchissimo di spunti che ad ogni pagina aprono riflessioni di accompagnamento. Non solo per i bambini che attraversano “passaggi”, ma anche per gli adulti che sono loro accanto, coinvolti ed emozionati, impegnati loro stessi in “passaggi” che insieme ai bambini e per i bambini sono chiamati, a partire da sé, ad attraversare.
Tra questi spunti ne mettiamo in evidenza alcuni, lasciando poi a ciascuno di “leggere” tra parole e immagini cosa risuona maggiormente in voi e nei bambini.


Il coraggio chiede incoraggiamento
 

«Posso andare…» è l’espressione con la quale il coniglio Lorenzo pone la sua domanda di esplorazione. Esperienza che apre poi la prospettiva a un nuovo sconfinamento. Dal giardino, allo steccato, oltre il castagno, fino al fiume, oltre gli alberi dove ormai «la sua casa non si vedeva più». Un aspetto interessante. Nell’avvio iniziale del proprio percorso di autonomia, prima di conquistare quell’indipendenza che lo porterà a dormire fuori tutta la notte e a non tornare più, Lorenzo chiede alla mamma il permesso del primo passo. I bambini ci chiedono il permesso, cioè ci chiedono se possono “osare”. Interrogano i nostri sguardi, il tono della voce, i silenzi tra le parole. Ci chiedono se quello slancio che li spinge «oltre lo steccato» sia pericoloso azzardo o avventura promettente verso una nuova fase della vita. Nel senso che la spinta forte e il desiderio di esplorazione, di spingersi appunto “un po’ più lontano”, passano anche attraverso il nostro incoraggiamento. Lorenzo è attento alla reazione alle sue richieste da parte della mamma. Il distacco è difficile prima di tutto per noi adulti. La mamma infatti “sospira” e Lorenzo se la immagina preoccupata. «Allora pensò: ‘Forse non sono poi così grande’». Ci si può sentire “grandi” se gli altri ti pensano “grande” ed è l’accoglienza da parte della mamma degli sconfinamenti di Lorenzo, che permette al coniglio di sperimentarsi lontano da casa.


Un nuovo modo di essere presenti

È molto significativo il dialogo che la mamma tiene aperto con il piccolo coniglio. Gli sconfinamenti avvengono in autonomia, lontano dagli occhi della mamma. Entrambi i protagonisti devono gradualmente abbandonare un modo consueto e rassicurante del prendersi cura e cioè l’esserci in presenza. Ora la mamma deve accettare che alcune esperienze avvengano “un po’ più lontano” dove il suo sguardo può accompagnare il piccolo coniglio solo fino all’orizzonte. Oltre c’è l’altrove. Altrove rispetto alla famiglia, rispetto alle esperienze condivise insieme, ai gesti rassicuranti e noti.  La conquista dell’autonomia chiede inevitabilmente all’adulto di permettere ai bambini di sperimentare distanze. Distanze che l’adulto deve provare a reintegrare nella relazione con strumenti nuovi o ripensati. I figli crescono e anche il modo di prenderci cura di loro deve cambiare. Deve farsi cura nel nutrire pensieri e consapevolezze per condividere significati che chiedono di essere rinnovati anche attraverso apprendimenti e pratiche discontinue.
E il dialogo è uno di questi strumenti. Un dialogo intenzionalmente cercato e tenuto aperto dall’adulto. Dialogo, a volte, tra silenzi anche. E a graduale distanza. Ma che non smette di alimentare i fili che permettono a tutti i protagonisti in gioco – anche la scuola e gli insegnanti – di legare prima e dopo, dentro e fuori, slancio e nostalgia, timore e meraviglia. A ogni ritorno da un nuovo sconfinamento la mamma dice, risponde, domanda. «È bello fuori?», «Sei felice piccolo mio?» chiede mostrando attenzione al “come” il suo piccolo coniglio abita le esperienze. Creare occasioni per “mettere parola” su quanto accade diventa, quindi, una possibilità importante da praticare e da esplorare per un modo nuovo di essere presenti.

 

Condividere e riconoscere

Non è facile attraversare cambiamenti, affrontare la diversità, l’oltre. Lungo il cammino dell’autonomia, dell’indipendenza, degli apprendimenti – un percorso “progressivo e continuo” come ci ricordano anche le Indicazioni nazionali qualche speciale “sconfinamento” merita di essere valorizzato e riconosciuto perché possa essere riconoscibile. Lorenzo infatti, a un certo punto del suo viaggio di scoperta sente il bisogno di condividere le conquiste fatte e ha l’idea di organizzare una grande festa: «La festa durò due giorni e la notte fu illuminata da mille lanterne colorate». Alla festa Lorenzo invita anche la sua mamma, scrivendole prima una lettera speciale. «Che bello! Sei contento?» chiede la mamma durante la festa. Lorenzo sente un nodo alla gola ma risponde «Sì, sono molto contento».

Unire le forze per affrontarla insieme

Possiamo affrontare il nuovo, la scoperta, l’eccezionale riconoscendo spazi di autonomia e solitudine. Ma anche riconoscendo le nostre radici (la necessaria lontananza dalla mamma, ma anche l’invito di lei alla festa), condividendo le nostre conquiste (la festa con gli amici) e condividendo nuovi progetti come la scoperta di altre amicizie e relazioni in una notte «dolce e tiepida».
La capacità di vivere e rielaborare il distacco e il cambiamento, sia da parte dei bambini che dei genitori, permette il viaggio con una disposizione positiva creando lo spazio per un nuovo incontro. «Allora vuoi tornare a casa?» chiede Lorenzo alla sua amica. «No» risponde lei. «Se vuoi – propone allora Lorenzo – possiamo continuare insieme».

 


F.P.S.M.

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