“SI TRATTEREBBE DI DIVENTARE RICERCATORI DI ROBOTICA”. LA PARTECIPAZIONE DELLA FEDERAZIONE A DIDACTA 2022



di Camilla Monaco, responsabile Unità specialistica Ricerca e Formazionee Tiziana Ceol, coordinatrice del Circolo Val di Fiemme)
 

Tra il 20 e il 22 maggio 2022 si è tenuta a Firenze la “Fiera Didacta Italia”, ovvero il più importante appuntamento fieristico sull’innovazione del mondo della scuola. La Federazione è stata invitata a partecipare da Alberto Carli e Federico Albiero (Edutech), in virtù della sua collaborazione ai processi di co-design e sperimentazione di un nuovo kit di robotica educativa (i-Code), ideato e realizzato da Edutech insieme alla Fondazione Bruno Kessler (FBK). Il consulente pedagogico del progetto è la cooperativa sociale Coopselios, che – parallelamente alla Federazione e all’Ufficio pedagogico-didattico della Provincia Autonoma di Trento – ha sperimentato i-Code in alcuni contesti educativi (nidi e scuole dell’infanzia) che gestisce in maniera diretta.

Questo strumento è un sistema di coding tangibile e collaborativo orientato alla narrazione che intreccia in maniera innovativa la fisicità delle tessere di programmazione e la tecnologia del tablet, mediante un’apposita App.
Con i-Code i bambini possono programmare i movimenti di specifici personaggi all’interno di determinati sfondi (che, in entrambi i casi, avranno scelto tra quelli ideati da Matteo Boato oppure avranno realizzato ex novo), attraverso la costruzione di stringhe di comandi che si avvalgono di apposite tessere (con incastri che ricordano quelli di un puzzle).

All’interno della cornice teorico-metodologica che caratterizza le scuole dell’infanzia associate alla Federazione, la domanda alla base del percorso di sperimentazione è stata: in che modo i-Code – in quanto strumento tecnologico multimediale e multimodale – può sostenere i bambini, all’interno di situazioni progettate dagli insegnanti, nella costruzione dei loro processi sociali di apprendimento?
Il panel organizzato da Edutech all’interno di Didacta 2022 – dal titolo “Problem-solving, creatività, senso critico alla scuola dell’infanzia: esperienze di narrazione mediata dal Coding” – si è tenuto il 22 maggio mattina ed è stato strutturato in due contributi, relativi alle esperienze di sperimentazione di i-Code nelle scuole dell’infanzia trentine. Il primo intervento è stato curato da Camilla Monaco e Tiziana Ceol, mentre il secondo è stato realizzato da Viviana Brugnara (referente dell’Ufficio pedagogico-didattico della Provincia Autonoma di Trento) e Denise Luchi (insegnante della scuola dell’infanzia provinciale di Terlago).

In particolare, il nostro contributo (“Sperimentare in piccolo gruppo i-Code: dal mock-up iniziale alla prima versione di un kit di robotica in fieri") faceva riferimento alla partecipazione di tre scuole dell’infanzia associate – Fondo e Cloz-Brez del circolo di Cles 1 e Tesero del circolo Val di Fiemme – alle diverse fasi di progettazione e sperimentazione di i-Code.
Il coinvolgimento della Federazione ha avuto inizio durante lo scorso anno scolastico, in virtù delle passate e presenti collaborazioni con FBK (a partire dalla ricerca Robobimbi: Monaco, Mich, Ceol, Potrich, 2020). Nello specifico, una sezione della scuola dell’infanzia di Fondo ha partecipato al processo di co-design di questo nuovo kit di robotica educativa. I bambini, organizzati in quattro piccoli gruppi stabili e misti per età e per competenze (Monaco, Zucchermaglio, 2021), hanno agito come veri e propri “ricercatori”, esplorando e costruendo significati attorno al mock-up i-Code (in linea con il processo di apprendimento di scuola: fare insieme ricerca osservativa).

Si trattava di un primissimo prototipo, in versione puramente analogica, costituito da tessere di cartone su cui erano raffigurati dei simboli (es. frecce, numeri, etc.). Ciascun piccolo gruppo ha esplorato il mock-up e, nel corso di diversi incontri, ha attribuito specifici significati alle singole tessere per poi iniziare a costruire stringhe di comandi attraverso cui far muovere personaggi di vario tipo all’interno di griglie messe a punto da insegnanti e bambini (es. le piastrelle quadrate del pavimento oppure gli sfondi realizzati in maniera collaborativa su fogli A3 o A4 ai quali veniva sovrapposto un acetato trasparente e grigliato, etc.).
Le attività di ricerca dei bambini di Fondo, insieme a quelle delle scuole seguite da Coopselios, hanno concretamente contribuito alla progettazione e a numerose azioni di messa a punto di i-Code, che a marzo 2022 è stato rimesso a disposizione dei “giovani ricercatori” di età compresa tra 3 e 6 anni nella sua prima versione completa (tessere + App).

A quel punto, altre due scuole associate alla Federazione – Cloz-Brez e Tesero – si sono aggiunte alla sperimentazione del neonato kit di robotica educativa: nel primo caso il coinvolgimento è stato legato al trasferimento di una delle insegnanti che avevano condotto la ricerca a Fondo (e alla disseminazione di pratiche da lei messa in atto), mentre nel secondo caso la partecipazione è stata intesa dalle insegnanti come una prosecuzione del lavoro avviato con la ricerca Robobimbi (Monaco, Mich, Ceol, Potrich, 2020).

Una volta che i-Code è arrivato nelle scuole, i gruppi professionali hanno iniziato a progettarne la sperimentazione, sempre in piccolo gruppo e sempre nella logica di una ricerca collettiva attorno a un oggetto ancora sconosciuto.
La seconda parte del contributo portato a Didacta 2022 dava conto, in particolare, del lavoro fatto dalla scuola di Cloz-Brez partendo dall’esplorazione delle tessere per poi arrivare a introdurre il tablet e, quindi, la dimensione tecnologica dello strumento.
In parallelo rispetto al lavoro delle tre scuole dell’infanzia, un gruppo di ricerca composto da Camilla Monaco, Tiziana Ceol (FPSM), Ornella Mich e Paolo Massa (FBK) ha progettato e realizzato un micro studio pilota con due piccoli gruppi di bambini di età compresa tra 4 e 9 anni (per lo più figli di ricercatori delle due Istituzioni) orientato a indagare le possibilità di utilizzo collaborativo di i-Code e la sua efficacia nella costruzionedi narrazioni condivise.

Dalle prime analisi dei materiali relativi al lavoro delle scuole e allo studio pilota, è stato possibile iniziare a trarre delle conclusioni interessanti in almeno due direzioni.

  1. Alcune scelte metodologiche e progettuali che consentono di rendere particolarmente significativo l’utilizzo di i-Code in un contesto di piccolo gruppo: es. tempi e ritmi di introduzione delle tessere, del tablet, della possibilità di registrare suoni e voci o di realizzare personaggi e sfondi; scelte di conduzione degli insegnanti, etc.
  2. Alcune evidenze relative alle caratteristiche strutturali e funzionali del kit: es. il ruolo predominante delle tessere rispetto alla componente digitale, l’importanza di mettere i bambini in condizione di affrontare e risolvere, in maniera collaborativa, problemi “veri”, etc.

Nel corso del prossimo anno scolastico, le scuole dell’infanzia di Cloz-Brez, Fondo e Tesero continueranno a sperimentare i-Code a sostegno dei processi di apprendimento su cui lavoreranno. L’impegno dei bambini in qualità di giovani “ricercatori di robotica” sarà sempre più consistente e le loro scoperte saranno preziose anche rispetto ai percorsi formativi per insegnanti sulla robotica educativa che saranno avviati nel circolo delle Giudicarie esteriori nel 2022/2023, in collaborazione con i ricercatori di FBK, anche alla luce dell’esperienza sperimentale del circolo di Valsugana e Primiero.
Nell’ottica di rendere partecipi anche le famiglie delle progettualità innovative di cui sono protagonisti i loro bambini, nel mese di maggio 2022, sono state organizzate due merende educative,rispettivamente nelle scuole di Cloz-Brez e di Fondo, in collaborazione con la coordinatrice del Circolo di Cles 1, Ilaria Mancini. Questi incontri sono stati un’importante occasione sia per presentare il lavoro di ricerca di bambini e insegnanti attorno ad i-Code, sia per consentire ai genitori di sperimentare direttamente – e in piccolo gruppo – lo stesso strumento usato nelle scuole. La ricaduta più significativa di un’esperienza di questo tipo risiede nella possibilità di far comprendere alle famiglie come le nuove tecnologie (i-Code incluso!) rappresentino uno strumento a sostegno dei processi sociali di apprendimento dei bambini, a condizione che si collochino all’interno di una solida cornice progettuale.
Per concludere, possiamo affermare che la robotica educativa sta diventando per le scuole un ulteriore “attrezzo culturale” che va ad arricchire la “cassetta degli attrezzi” (Bruner, 1996) di bambini e adulti.


 


F.P.S.M.

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