Tenere vivo il dibattito sulla qualità dell’offerta educativa

In occasione della recente apertura delle iscrizioni alla scuola dell’infanzia è andato in onda su RTTR un servizio che, facendo riferimento all’avvio della sperimentazione del metodo Montessori in tre realtà della provincia, dichiara che a tale metodo “non è mai corrisposta una capillare diffusione” in Italia e definisce la scuola tradizionale in “degrado” e “perennemente in crisi”.

 

Abbiamo contattato il Direttore dell’emittente trentina per un confronto in merito ed è stato chiarito che le affermazioni riportate nel servizio non corrispondono assolutamente alla linea editoriale di RTTR che, invece, riconosce il valore e la qualità dei servizi educativi presenti nel nostro territorio.

 

Tuttavia, anche a seguito del dibattito che comprensibilmente si è generato, riteniamo importante esprimere la nostra distanza da quelle affermazioni, riconoscendo a tutte le scuole italiane e alle scuole della nostra provincia l’impegno costante nell’interrogarsi per rinnovarsi e per garantire cura e qualità, impegno valorizzato sia a livello scientifico che a livello sociale e culturale.

 

Con riferimento poi alle scuole associate alla Federazione numerosi sono i progetti, le ricerche, le iniziative attivate negli anni per promuovere coinvolgimento attivo di insegnanti, volontari, personale ausiliario, famiglie e comunità e per tenere vivo il dibattito sulla qualità dell’offerta educativa.

 

Ci preme confermare – come più volte la Federazione ha già avuto occasione di fare sia in situazioni pubbliche, sia attraverso la rivista online AltriSpazi: abitare l’educazione consultabile sul nostro sito www.fpsm.tn.it – l’indiscusso riconoscimento per le straordinarie innovazioni, rispetto al tempo in cui è vissuta, che Maria Montessori ha portato nel modo di concepire l’infanzia e la scuola. Soprattutto per aver posto l’attenzione alla centralità dell’infanzia, al riconoscimento di ogni bambino come persona e al dovere che ha la società di garantire a ciascuno il diritto di imparare. Innovazioni e attenzioni “ampiamente diffuse” grazie alle quali la scuola in Italia si è profondamente rinnovata. È anche a lei che dobbiamo l’idea di un insegnante che non trasmette saperi, ma che lascia spazio alla sperimentazione e alla scoperta, come l’attenzione a materiali didattici attentamente pensati per rendere i bambini attivi nel proprio percorso di apprendimento. È in conseguenza della sua idea di autonomia che, in tutte le scuole italiane, gli ambienti educativi e gli oggetti sono «a misura di bambino». È anche grazie a lei che consideriamo le differenze nelle competenze e nel percorso di sviluppo una ricchezza che non deve portare alla discriminazione, ma generare reciproche sollecitazioni e contaminazioni. Tratto questo davvero distintivo della scuola italiana e molto “poco diffuso” invece a livello internazionale dove sono ancora presenti scuole speciali o sistemi di differenziazione precoce dei percorsi di scolarizzazione.

 

Ma crediamo anche che gli sviluppi delle teorie scientifiche in campo psico-educativo dell’ultimo secolo e la realtà socio-culturale contemporanea ci chiamino a interrogarci in modo nuovo sulla costruzione di una scuola di qualità per i bambini e per le famiglie del terzo millennio.  

 

La formazione, i progetti di ricerca e le scelte educativo-didattiche che la Federazione promuove – solidamente radicati in una tradizione nazionale e provinciale tutt’altro che “degradata” ma profondo riferimento culturale – intendono favorire dibattito, confronto, vivacità generativa nelle nostre scuole.

 

Fermo restando che ogni azione educativa si fonda sulla consapevolezza dell’unicità della persona e sul riconoscimento della sua cultura, siamo convinti che è insieme agli altri che si impara, si cresce, si sperimenta la sollecitazione ad ampliare e arricchire il proprio percorso e ci si apre a relazioni che allargano lo sguardo su ciò che è intorno a noi e su noi stessi. È grazie all’incontro che si impara a esprimere il proprio pensiero e a comprendere quello degli altri. È partecipando attivamente a un contesto fatto di scambi e negoziazioni che i bambini costruiscono una forte identità personale, sociale, culturale e le competenze che servono loro a leggere e a vivere il mondo che contribuiscono a creare.

 

È sempre con gli altri, e non da soli, che si impara a essere autonomi. Autonomia che è prima di tutto autonomia di pensiero, di ragionamento, di riflessione. Autonomia come capacità di interrogarsi, di saper chiedere aiuto, di riconoscere e dare valore.

 

Crediamo infatti che i bambini debbano essere protagonisti attivi delle esperienze che la scuola pensa per loro, che abbiano diritto a proposte “ricche e sollecitanti”. Crediamo che alla complessità non si debba rispondere con la semplificazione, ma con esperienze attentamente pensate, rispetto alle quali il ruolo degli insegnanti e la loro progettazione educativo-didattica sono centrali e fanno la differenza.

 

Per questo stiamo costruendo con tutti – perché abbiamo bisogno tutti di continuare a crescere anche come comunità di adulti legati da una comune responsabilità educativa – occasioni per confrontarci imparando a esprimere e motivare le nostre posizioni, ad accogliere e valorizzare quelle degli altri, a tradurre le decisioni prese insieme in azioni pratiche.

Intenso, forte e competente è, in particolare, il coinvolgimento dei nostri coordinatori e delle nostre insegnanti in una formazione che li impegna a ragionare concretamente sulle proprie scelte progettuali e sul proprio ruolo.

 

Grazie quindi a tutti loro! Perché “diffusamente”, in particolare in questi anni recenti, hanno accettato di mettersi in gioco introducendo significative innovazioni nel loro stile di lavoro, nel loro modo di guardare ai bambini, provando a portare sempre maggiore qualità nelle esperienze proposte.

 

Trento, 15 febbraio 2017

 


F.P.S.M.

La Federazione Provinciale Scuole Materne di Trento è un’istituzione che promuove cura, servizio e innovazione. I differenti e articolati progetti promossi vogliono favorire e sostenere una scuola che sia contesto di crescita, di esperienze di qualità, di relazioni significative.

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